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interno negli anni '60

I RESTAURI

La pieve di Barisano, nel corso dei suoi 1400 anni di vita, deve avere avuto diversi interventi di ammodernamento: basti pensare che il pavimento originale si trova 2 metri sotto all'attuale piano di calpestio e dai recenti scavi archeologici si è potuto vedere che ci sono vari strati (circa 7) di riempimento; quindi il piano della chiesa è stato via via alzato adeguandosi al piano di campagna. Da questi scavi si è visto anche che la Pieve intorno al 1000 fu colpita da un consistente incendio che ha interessato tutto l'edificio. Sempre intorno al 1000 fu scavata la cripta. Alla fine del 1500 abbiamo le modifiche sicuramente più distruttive: viene costruita la canonica rimpicciolendo la chiesa, riempiendo la cripta abbattendo apsise e affreschi. La chiesa così, nascondendo la sua antichissima origine, si presentava come un grande e squallido stanzone intonacato con nicchie lungo le pareti per ospitare delle statue.

Gli archi scoperti negli anni 30

Nel 1932 il parroco don Edgardo Morini (parroco a Barisano dal 1917 al 1960) si accorse che dopo la pioggia rimanevano sull'intonaco delle tracce di arco, così fece togliere l'intonaco e trovò una bifora soprastante la finestra dell'allora sacrestia e altre 2 finestre. Nel 1938 togliendo l'intonaco dalla sua camera da letto trovò degli affreschi e tracce dell'arco absidale. Nel 1968 un gruppo di giovani scavando sotto gli altari laterali trovò il pavimento di mosaico. Si iniziano a fare i primi studi e le prime teorie su come doveva essere la pieve in origine. Per poter iniziare un lavoro di recupero era necessario liberare la canonica, e così fra mille intoppi e problemi, don Giuseppe Mambelli (parroco dal 1960 al 1984) riuscì a costruire l'attuale canonica. Solo nel 1987, con don Giovanni Paglierani, viene chiusa la chiesa e possono così iniziare i lavori di restauro finanziati e diretti dalla Soprintendenza ai beni Architettonici ed Ambientali e Archeologici di Ravenna, Ferrara e Forlì; si riaprirà al culto la notte di Natale del 2000.

Primo scavo nel 1968

Tracce di affreschi trovate negli anni 30

Prima di tutto viene rifatto il tetto, perchè pericolante, con la stessa struttura di prima cioè a capriata. Nel 1989 il primo scavo archeologico in corrispondenza del lato meridionale. Nel '93 e '94 vengono eseguiti altri sondaggi stratigrafici nell'area della cripta e dei suoi accessi, una parte della navata adiacente alla cripta e la zona in corrispondenza del campaline. Da quest'ultimo sondaggio è emerso un elemento strutturale a tre arcate disposte a T e la base della scala campanaria. Nei muri laterali invece è stata rinvenuta una soglia, all'altezza del primo pavimento, segno che vi erano anche degli accessi laterali poi caduti in disuso e murati per rinforzare i muri. Con l'asportazione del pavimento più recente sono venute alla luce 4 tombe in muratura con copertura a volta, invece dal sondaggio all'esterno della cripta sono state rinvenute numerose sepolture di bambini.
Il recupero degli affreschi è stato un lavoro arduo ma interessante in quanto delle pitture ne rimangono solo poche tracce, ma si è riusciti comunque a stabilirne l'età che va dal XI sec per le decorazioni dell'arco trionfale (considerati dal Corbara le più antiche pitture del forlivese) e poi via via fino al XVI sec.
Bibliograbia Franco Zaghini, La Pieve di San Martino in Barìsano, Forlì 1985
Adamo Pasini, Madonna del Fuoco, Forlì 1917 e 1921.
Mario Mazzotti, Nuove osservazioni sulle pievi di Sant'Arcangelo e Barisano, 1969
Cristina Leoni, Giovanna Montevecchi, Notiziario-Tardoantico (4.14. Barisano,chiesa di San Martino)
Cetty Muscolino, La Pieve di San Martino a Barisano: restauro di frammenti pittorici (fa parte di QdS: quaderni di poprintendenza, 1997, n.3 pp,52-54)